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Il mare è tutta un'altra cosa
La paura o la tempesta?
Di Marco Schaufelberger
L'incontro col personaggio, l'ambiente e il
vero spirito guerriero che anima una patria.
Napoli 1970 Rione Sanità, Scuola elementare
Froebelliano, primo giorno di scuola,
trentacinque bambini, solo maschi, tutti con
l'identico grembiulino blu scuro.
Tutti dello stesso Rione, un po maltrattati nel
vestire, ma tirati a lucido dalle mamme per fare
"bella figura", scalpitanti di conoscersi, fare
amicizia e giocare, lo studio chi lo conosce,
venivamo tutti dall'asilo.
Entra in classe il "maestro" un "uomo" dai
lineamenti marcati, ma per niente nobili, si
presenta mostrandoci due bacchette di legno,
una di abete chiaro, l'altra di noce nazionale
scura.
Da buon maestro ci spiego subito la differenza;
quella chiara è più leggera era per tutti i giorni,
quella scura è più pesante la riservava per le
grandi occasioni!
Alla faccia del metodo Montessori per l'amato
maestro è sempre Natale!
Le regole sono marziali nella loro semplicità, si
entra in classe ed il beneamato sopracitato fa un
giro tra i banchi, controllando le unghie,
personalmente usavo la plastilina che con lo
spazzolino non riuscivo ad eliminare, morale
due bacchettate.
Si passava alle preghiere mattutine, seguiva la
lezione, nell'ora di spacco per andare in bagno si
organizzava una parata militare, in fila per due,
al fermo fila davanti alla porta dei gabinetti
molto marzialmente scattavamo sul riposo, mai
fatte urine cosi ardimentose che ci avrebbero
sicuramente preparati ad affrontare la vita adulta
e con piglio fermo e virile.
Noi ingrati, lestofanti mentre il nostro amato
duce andava anche lui a liberarsi di alcuni
liquidi organici (ricordiamo che avevamo dai
cinque a sei anni) corriamo, urliamo e altre
amenità simili.
Il nostro capitano uscendo dalle ritirate senza
scomporsi ci rimette in fila, in classe altre due
bacchettate a testa è cosi via sino alla
campanella di fine giornata.
Tra i vari amichetti ricordo e ricorderò Pietro,
un bambino dalla cassa cranica notevolmente
sviluppata, molto vivace, ma non cattivo; sfido
ad essere cattivi a questa età.
Una punizione giusta ma equilibrata.
Quando ci vuole ci vuole!
Napoli 1973 Rione Sanità, Scuola elementare
Froebelliano.
Un giorno Pietro nel suo banco scherza con un
compagno mentre il maestro Ucciero spiegava.
L'occhio di Ucciero saetta, retrae il braccio
armato della bacchetta scura, lancia da seduto lo
strale che roteando nell'aria manca
clamorosamente Pietro.
La bacchetta colpisce il piano di un banchetto,
rimbalza colpendo un'altro sventurato.
Il maestro si alza accusando Pietro, che il suo
comportamento ha implicato l'incidente, non sia
mai che forse non si lanciano oggetti
contundenti ai bambini (possibilmente neanche
agli adulti) colpendolo in testa, ricordiamo la
sua forma cranica, con la nocca che va dalla
seconda falange dell'indice alla terza, col dito
piegato ad uncino, ritirando subito la mano
contusa dalla durezza del cranio di Pietro, Pietro
scappa mentre il maestro con un calcio diretto al
suo fondo schiena lo manca clamorosamente.
Ridiamo tutti, dopo tre anni un fallimento totale
da parte del tiranno.
Inutile sottolinearlo, ma Pietro fu suo malgrado
il mio eroe.
1975 Napoli. La foto ricordo
Napoli 1975 Rione Sanità, cortile interno Scuola
elementare Froebelliano.