Rubrica "Scene sacre"
di Marco Schaufelberger
I Gigli di Nola
Prima domenica dopo il 22 giugno, Nola (NA)
Agiografia
San Paolino di Nola
San Ponzio Anicio Meropio Paolino
un cammino di fede, arte e letteratura
Statua di San Paolino, cartapesta 1890, Nola
Discende da un'illustre famiglia consolare e senatoriale,
figlio del prefetto della provincia di Aquitania.
Studia con il poeta Ausonio che insegna a Bordeaux.
Educato alla severità degli studi di legge, filosofia e
poesia, terminando a solo quindici anni la sua istruzione
letteraria.
Poco più che ventenne è annoverato tra i seicento
senatori.
Nel 378, prende il governo di una provincia senatoriale,
sceglie Nola, dove ha alcuni possedimenti.
A Cimitile, nei pressi di Nola, e venerato San Felice,
Paolino prima di tornare in Aquitania, con una bizzarra
cerimonia pagana, si taglia la barba e la consacra
simbolicamente a San Felice.
A Barcellona conosce Therasia, bella e ricca, ma cristiana
e battezzata, che diviene sua consorte, guidandolo sulla
strada della conversione.
Nel 389, a trentacinque anni, nella chiesa di Bordeaux,
Paolino riceve il battesimo dal vescovo Delfino.
Nel 392 dalla coppia nasce Celso, ma muore dopo otto
giorni, questo dolore avvicina Paolino ancora di più alla
fede.
Nel 393 Paolino si trova di nuovo a Barcellona e durante
una messa nel giorno di Natale i fedeli invocano: "Paolino
sacerdote".
Nel 394, riceve l'ordinazione, parte per un viaggio in
Italia dove conosce sant'Ambrogio.
Lui e la moglie durante una sosta in Toscana decidono di
dedicarsi completamente alla vita monastica.
Si stabilisce a Nola e fonda un cenobio maschile e uno
femminile, che si contraddistinguono per l'intensa vita di
preghiera e per l'assistenza ai poveri.
Si ammala gravemente e guarisce dopo lungo tempo"la
leggenda agiografica fa risalire la guarigione ad un
miracolo di San Felice". In seguito alla guarigione innalza
una basilica a San Felice al posto del precedente
santuario, arricchendolo di chiostri ricchi di colonnati e
fontane.
Basilica paleocristiana di Cimitile, presso Nola
tombe di San Felice e San Paolino
Il 24 agosto 410, Alarico I, re dei visigoti, entra in Roma e
la saccheggia, muore in questo stesso anno Paolo,
vescovo di Nola, mente Alarico è alle porte della città, il
popolo dei fedeli di Nola invoca "Paolino vescovo".
Paolino accetta la carica, ma Nola è presa dai visigoti,
devastata e gran parte degli abitanti venduta come schiavi.
Paolino vende tutti i suoi averi per riscattare i prigionieri,
compresa la croce episcopale.
Quando rimase senza niente, offre la propria persona agli
invasori per riscattare l'unico figlio di una vedova.
Condotto in Africa e venduto come schiavo, diventa
giardiniere.
Un giorno Paolino profetizza al suo padrone l'imminente
morte del re, condotto davanti al re, questo ne ha paura:
in un sogno il re vede Paolino presiedere un tribunale di
giudici contro di lui.
Interrogato e scoperta la sua carica di vescovo, il padrone
gli promette qualsiasi cosa avesse chiesto; Paolino gli
risponde che desidera la libertà per lui e i suoi
concittadini.
Cosi Paolino e i suoi fedeli tornano al loro paese
accompagnati da navi cariche di grano.
Approdano sulla spiaggia di Torre Annunziata accolto
insieme ai prigionieri riscattati dai fedeli di Nola con
mazzi di fiori.
Rimane ancora oggi la tradizione dell'accoglienza.