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La preparazione al giorno del
ballo dei Gigli
La preparazione all'evento avviene praticamente la
domenica successiva al 22 giugno, viene assegnato in
questa data il Giglio nuovo al "maestro di festa" che
rappresenta una delle otto corporazioni. Il maestro di festa
si occupa di rivolgersi a una delle famiglie addette da
generazioni della costruzione dei Gigli, e sceglie il capo
"Paranza"
(1) addetto alla guida dei portatori del Giglio.
La preparazione all'evento prevede diverse fasi nel corso
dell'anno.
" A cacciata"
: corteo con fanfara che sfila per le strade di
Nola, presentando alla comunità il nuovo maestro di festa.
"A caparra"
:Somma di denaro che il maestro di festa
distribuisce ai musicisti che suoneranno sul Giglio, ai
costruttori della macchina scenica e ai rappresentanti della
paranza.
"Lo scambio"
: consegna della bandiera dal vecchio
maestro di festa al nuovo.
"A tavuliata"
:costituzione di banchetti pubblici,
organizzati dal comitato per raccogliere fondi alle spese
del Giglio.
"A canzone"
: Si presenta il motivo cantato e musicato
per il nuovo Giglio.
In questo punto devo aprire una nota, l'importanza della
musica e del bere, ritrova le sue origini pagane nel rito di
ballare sotto il Giglio, ricordiamo lo stesso San Paolino
che era pagano, il suo rito di tagliarsi la barba è
consacrarla a San Felice.
Nel IV- V secolo il cristianesimo non si era ancora
affermato totalmente, i primi cristiani che affondavano la
loro cultura in quella giudaica ani conica, dovettero
accettare con dolore il passaggio ad una religione iconica.
Prendendo artisti e modi sociali apotropaici in cui
riconoscersi.
La scenografia concretizza visivamente l'esigenza del
popolo di riunirsi in un culto propiziatorio, liberatorio e
sopratutto aggregante.
Il manufatto si rifà alle antiche falloforie di origine
greca, sono processioni in onore di Priapo o Dionisio,
nelle quali si accompagnava la processione con enormi
falli in legno, da questi rituali arcaici nasce il teatro
classico.
Questi cortei erano accompagnati da canti propiziatori,
riportiamo quello del poeta di Semos di Delo:
"Ritiratevi,
fate posto al dio! perchè egli vuole enorme, retto, turgido,
procedere nel mezzo".
La falloforia era un rituale propiziatorio per il raccolto,
molto diffuso nel mondo agricolo dell'antica grecia,
trasferendosi in seguito in Magna Grecia, di li in Italia nei
territori sotto il controllo Romano.
Le falloforia terminava con una pioggia di acqua e miele
mista al vino, indirizzato al campi, rappresentando
l'eiaculazione del seme originale della vita e quindi
propizio all'abbondanza dei raccolti.
Plutarco ne da una precisa testimonianza:
"in testa
venivano portati un'anfora piena di vino misto a miele e
un ramo di vite, poi c'era un uomo che trascinava un
caprone per il sacrificio, seguito da uno con un cesto di
fichi e infine le vergini portavano un fallo con cui
venivano irrigati i campi".
(De cupiditate divitiarum, VIII, 527 d )
Scena di falloforia da un cratere a colonnette
"O juorno ca' se provano 'e spalle"
: Il giono dove si
prova la forza della paranza.
Il Giglio viene trasportato a spalla dal costruttore alla casa
del maestro di cerimonie, una prova generale della
macchina scenica, prima della prima.
"A vesta nova"
: Il vestito nuovo, ovvero l'applicazione
della decorazione in cartapesta alla struttura portante della
macchina scenica.
"O Sante pe' vie"
:La processione del busto in argento di
San Paolino, per le principali strade.
"A serata magica"
: Il giorno prima della festa, la ballata
dei Gigli.
I comitati sfilano con la divisa ufficiale.
(1) Paranza: gruppo di oltre duecento uomini che ha
rotazione di centocinquanta elementi si danno il cambio,
sollevando la macchina scenica in spalla.
La paranza viene disposta in file parallele, sui quattro lati.