Rubrica "Senza cornice"
di Marco Schaufelberger
XXV Festival delle Ville Vesuviane
Un respiro di arte e spettacolo tra Torre del
Greco ed Ercolano
Il restauro di Villa delle Ginestre
L'Ente Ville Vesuviane, propone in ritardo rispetto alle
precedenti edizioni la XXV edizione del Festival delle
Ville Vesuviane, che inizieranno il 31 agosto 2012, sino al
20 settembre 2012.
Dopo il restauro della Villa delle Ginestre, occasione in
più per rivivere i luoghi di Leopardi, i suoi mobili, gli
spazi del pensiero, riconsegnando agli abitanti dei centri
vesuviani la loro nobile storia e richiamando l'attenzione
dei "forestieri" a visitare un territorio bellissimo.
Territorio bellissimo ma troppo spesso offeso dal degrado,
dalla pubblicità negativa dettata dai clan, più cultura
meno violenza, non è retorica è un'equazione che quando
viene applicata funziona.
Bello e ricco il programma del festival con sette concerti
in storici ed artistici siti.
Venerdì 31 agosto a Villa delle Ginestre a Torre del Greco
con il concerto della cantautrice italiana di Rovigo, Silvia
Viscardini in arte Nair.
Giovedì 6 settembre al parco sul mare di Villa Favorita ad
Ercolano per il concerto di Fiorella Mannoia, che propone
al pubblico brani classici e le interpretazioni dei più
importanti cantautori italiani.
Domenica 9 settembre nell'esedra di Villa Campolieto
sarà la volta della cantante romana Tosca.
Mercoledì 12 settembre al parco sul mare di Villa
Favorita concerto di Giorgia.
Sabato 15 settembre si esibirà a Villa Campolieto Monica
Sarnelli.
Lunedì 17 settembre al parco di Villa Favorita
appuntamento con l'artista romano Antonello Venditti.
Giovedì 20 settembre chiuderà la rassegna il concerto di
Pino Daniele al parco sul mare di Villa Favorita.
CANTI
XXXIV
LA GINESTRA
O IL FIORE DEL DESERTO
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
Giovanni, III, 19
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiàr di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi de' potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte