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Una bottega rinascimentale nella città
di Napoli
Il laboratorio di Scenografia del Teatro
di San Carlo
una storia che parte dal 1737
Una scenografia è la cosa più vicina ad una
bottega d'arte del rinascimento, al suo interno si
pratica la prospettiva, la pittura, la scultura è si
risolvono problemi inerenti al bozzetto, una
volta classico, moderno, ambientato in varie
epoche, stili e luoghi, spazi diversi.
Tutto il lavoro di realizzazione scenografica è
affidato nel San Carlo a sette persone, basti
pensare che solo un fondale può misurare 25 m
x 12, per renderci conto della mole di lavoro
esistente.
Ma non voglio parlare di questo per non
diventare tedioso, ma vorrei far trasparire
l'unicità del processo creativo.
I colori sono preparati manualmente, da
pigmenti colorati, una volta macinati a mano,
disciolti con colla, alcuni addetti alla
scenografia mi portarono su di un terrazzo dove
cera un forno disuso, li scioglievano la colla di
coniglio qualche decennio fa, con amore tutto
partenopeo cerano alcuni vasi vuoti dove un
tempo crescevano rossi pomodori, per il pranzo.
Altri tempi, ma l'orgoglio dell'artigiano rimane,
rimane pure se le tecniche sono diverse, diverse
ma non mutate nel racconto di bottega.
Il capo reparto, il Maestro Piero Oliviero, mi
raccontava come lui diciottenne preparava i
fondali di carta, la tecnica di realizzazione degli
stessi, fondali andati disusi ormai da mezzo
secolo destinati all'oblio, ma l'insegnare, il
raccontare oralmente permette la loro esistenza
ai posteri.
Come mi insegno pure la tecnica per attaccare i
pennelli, come si fa tuttora e si faceva nei secoli
precedenti, tutte procedure, metodi, tecniche
tramandate come segreti di bottega.
Il Signore Pasquale Sito, figlio, nipote e
pronipote d'arte, che a modo suo mi ha spiegato
l'evoluzione del lavoro nelle generazioni e le
differenze con la RAI, cosi Igino Foglia.
Mario Buongiovanni, caposquadra che ha
iniziato prima a tinteggiare, poi a parlare, ormai
prossimo alla pensione, giustamente orgoglioso
di continuare l'arte del padre ereditata da
generazioni "cosa ormai rara"orgoglioso di
concludere la sua attività nella famiglia del San
Carlo.
Per concludere Gennaro Falanga e Anna Nasone
entrambi laureati all'Accademia di Belle Arti di
Napoli, con esperienze regresse in laboratori
privati.
a tutti loro e all'amore per il loro mestiere, per la
pazienza di tramandarmi il sapere "manuale"
dedico questo piccolo articolo per non lasciare
all'oblio più di 250 anni di storia ed arte.
Con sincero affetto Marco.
P.S. Un ricordo di profondo affetto alla mia cara
amica la scenografa Paola Rosa, che ha lasciato
un doloroso vuoto, ed il pieno di un sorriso nel
ricordo.
Ed un augurio a chi continuerà quest'arte dopo
di noi "il San Carlo non cessò la sua produzione
neanche durante la seconda guerra mondiale"
che l'amore del fare vi accompagni nell'arte di
concretizzare i sogni.