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Antonio Corradini (1668-1752)
bozzetto in terracotta per il Cristo velato
unico bozzetto rimasto dei trentasei
realizzati per l'apparato iconografico di
Cappella Sansevero
collezione privata
Il Cristo velato 1753
Giuseppe Sammartino (Napoli 1720 Napoli 1793)
Museo Cappella di Sansevero
Documento del Banco di Napoli
sulla cappella di Sansevero
fra Raimondo de Sangro e il
Giuseppe Sammartino
febbraio 1754. Al principe di San Severo D. 30. E per esso a Giuseppe Sanmartino,
a
compimen
Banco della Pietà, giornale copiapolizze, matr. 2045, partita di
30 ducati
,
estinta il 13
to di ducati 500 ed intiero prezzo convenuto della statua scolpita in marmo
di Nostro Signore Gesù Cristo morto
, ricoperto da una sindone di velo trasparente dello
stesso marmo, da detto Sanmartino lavorata di tutta soddisfazione, non restando perciò a
conseguire altro da esso sin a 24 dicembre 1753 né per questa, né per altra causa
Purtroppo dei bozzetti del Corradini non ci rimane che uno soltanto, il Cristo velato che sarà
eseguito dal Sammartino nel 1753; le differenze tra i due operati è enorme, basti vedere che sul
basamento mancano i quattro cherubini simbolo dei quattro elementi alchemici, aria, terra, fuoco e
aria; della luce del Cristo che si irradia ai quattro punti cardinali ecc.
Ma il Raimondo non vuole nel suo testamento farla cambiare o rifare, sicuramente l'arte del
Sammartino soddisfa il committente, inoltre il Cristo non doveva essere esposto nella cappella, ma
nella cripta esagonale sotterranea.
Approfondendo l'aspetto demonologico del Cristo velato che vuole la leggenda scolpito dall'interno
verso l'esterno, tramite un processo di ipnosi indotto dal principe allo scultore; o peggio quando si
legge di presunti passaggi chimici e fisici per marmorizzare un vero lenzuolo sull'opera.
Il Corradini aveva già realizzato per la cappella Sansevero la Pudicizia, e precedentemente altre
opere velate.