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piccolo paragrafo, di questo enciclopedico testo, il Disinganno; come dietro questo trattato molti
“studiosi” abbiano formulato storie e leggende, chi in buona fede chi per vendere più libri, ma con
lo stesso risultato di ledere alla figura di un ricercatore di prima grandezza come il Sangro, e di far
dilagare una malattia peggiore dell'ignoranza, la pseudo cultura. Vediamo tramite documenti coevi
sia cartacei, sia iconografici come potrebbe essere letto questo testo senza le aggiunte e le
manipolazioni aggiunte da artisti che subentrano alla morte del Corradini; non amate dal Sangro e
documentate pure nel suo testamento. Ecco la scelta dell'opera il Disinganno, e come trecento anni
dopo questa opera cerca di togliere la rete della ipocrisia da un monumento che ancora può svelare
storie e insegnamenti capaci di stupirci più di favole per amanti dell'horror. Il Disinganno non può e
non dovrebbe essere studiata come singola opera del Queriolo, ma come carattere, sonetto inserito
in un testo a quattro mani dal de Sangro e Corradini, ma possibilmente valorizzando la coppia di
monumenti posti ai lati dell'altare maggiore, come le due colonne poste nel Tempio di RE
Salomone; La Pudicizia (Corradini), Il Disinganno (Queriolo su bozzetto del Corradini);
Rispettivamente la Stabilità, Bellezza (JACHIN) la colonna del compagno e la Forza (BOAZ) la
colonna dell'apprendista.
Tali simboli assunti nel alfabeto iconografico-simbolico massone, sono presenti anche in altri
alfabeti meno conosciuti tra i quali quello alchemico, cabalistico, rosa-crociano, mitologico ecc.
Nel passato nelle cattedrali il maestro scolpiva la colonna di Jachin lasciando quella di Boaz
all'apprendista, ironia del destino il Corradini scolpi La Pudicizia, ma la morte lo accolse
nell'Oriente Eterno, privando il mondo della sua maestria e il Sangro di un Fratello. In seguito molte
opere eseguite da valenti artisti su bozzetti del Corradini non soddisfano la raffinatezza sia estetica
che intellettuale del Sangro, che lascia nel suo testamento la volontà di far ripetere alcune opere
della cappella senza cambiare però la simbologia, scelta e progettata in collaborazione del
Corradini.